“Partite” e speranze
per un futuro migliore

Alla Sala Umberto di Roma, a distanza di due anni, è ritornato il lavoro scritto e diretto per il teatro da Cristina Comencini, Due partite, che questa volta ha avuto un altro quartetto di ottime interpreti: Chiara Noschese, Susanna Marcomeni, Stefania Felicioli e Sara Bertelà.
Giancarlo Leone

 

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Due partite, scritto e diretto da Cristina Comencini e da lei stessa messo in scena due stagioni fa per Artisti-Riuniti con Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo è passato ad un altro quartetto di ottime interpreti: Chiara Noschese, Susanna Marcomeni, Stefania Felicioli e Sara Bertelà.  
Nei due tempi dello spettacolo, il mondo femminile viene fuori dall’analisi dei rapporti dei quattro personaggi con la famiglia, gli uomini, il lavoro, la maternità. Nella prima parte siamo negli anni Sessanta, a Roma in un appartamento borghese.
Le quattro donne giocano a carte. Nessuna di loro lavora, tutte hanno qualcosa da dire sul proprio rapporto sentimentale, tutte avranno una figlia. E mente giocano a carte, ogni tanto gettano uno sguardo, un richiamo alle figlie che si divertono nella stanza vicina. Dicono di frustrazioni e corna, del profumo dell’altra trovato sulla camicia e la cura della prole.

 

Il sipario del secondo atto si alza su altre quattro donne, le stesse attrici che interpretano le figlie di quelle ragazze.
Le bimbe, ora diventate adulte, hanno preso il posto delle madri, siamo nell’attualità. Tutte, a differenza delle loro mamme, lavorano, hanno vicende amorose alterne, ma avvertono una solitudine di fondo. Si portano appresso “un marchio di fabbrica”.

 

Due partite è un testo sul confronto generazionale e sulla relazione madre – figlia, ma soprattutto un testo sulla donna. Un testo agile, discorsivo, regolato da precise consapevolezze narrative e sicuro mestiere.

 

Alla fine le quattro donne, brave e magistrali nella loro interpretazione, citano il verso di Rilke sull’amore, dove l’amore fra persona e persona sostituisce l’amore tra maschio e femmina.
Giancarlo Leone     

Cristina Comencini